attendo fremente dettagliate analisi socio-semio-filo-pisco-alogiche sul senso di questa campagna tesa ad accrescere l'autostima teutonica
aber, ich? Ich bin Andreas Baader!
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PlanetOfSound: Rassegna itinerante di musica per adulti, Aprile - Maggio 2008
In ricordo della compagna Ulrike Meinhof,dei compagni Andreas Baader, JanCarl Raspe,assassinati nei Lager dalla Germania nazista.
“Uno spettro si aggira per l’Europa”, questo devono aver pensato i vari Schmidt, Maihofer e Vegel, che hanno programmato e voluto il regime di tortura psicofisica per eliminare noi prigionieri politici nella Germania ex-nazista, che mai ha fatto realmente i conti col proprio passato hitleriano.
I pensieri di Holger erano anche questi, la sera, o meglio la notte, una fra tante, tra quelle che oramai stava vivendo da circa 60 giorni, comunque questa era la notte tra l’8 ed il 9 novembre 1974.
Ma questo tempo così razionale forse lo era soltanto per noi, che stavamo fuori dal carcere e seguivamo la sua e la loro storia, il suo ed il loro sciopero della fame, il suo ed il loro estremo atto di ribellione. Non era certo, una sera come altre, infinite; per Holger che stava sdraiato sul lurido lettino, che tanto ricordava quelli che solo qualche decennio addietro, ospitava prigionieri comunisti, ebrei, omosessuali, zingari, con gli stessi miseri indumenti, quelle ossa e pelle che orami erano tutt’uno, ma che nello sguardo vi era l’uguale fierezza di chi non si arrende o non si può arrendere alla forza, alla brutalità, al nazismo.
Holger pensava queste cose e chiudeva gli occhi, sereni e dolci, oramai sempre più spesso, oramai sempre più a lungo, per ripararli da quella luce volutamente accesa giorno e notte, che lo lasciava continuamente come sotto un riflettore in pasto agli sguardi delle iene ridenti e beffarde, tanto più dannate per non riuscire a sconfiggere tanta fiera volontà comunista.
Il campo di concentramento era quello di Wittlich, e sia il direttore del campo, che il magistrato responsabile, l’aguzzino Prinzing, si erano opposti al trasferimento di Holger in un reparto di cura intensiva.
Addirittura il boia, medico del campo, se ne era andato in ferie per il fine settimana.
La premeditata e continua tortura degli aguzzini non impediva ad Holger di seguire i suoi intimi pensieri, che certo condivideva con i propri compagni in una sorta di invisibile, quindi incensurabile ed inafferrabile comunicazione, e certo non è esagerato dire comunione d’intenti, di programma, di progetto, ovviamente incomprensibile per quelli che sentendo la parola progetto intendono subito quanto ci guadagnano, loro e le proprie famiglie.
Quella notte, che sapeva essere l’ultima, i pensieri riportavano a quando, insieme ai suoi compagni, avevano deciso di passare all’azione contro lo stato borghese, sorto da quello nazista, imposto da una superpotenza (gli USA) altrettanto vergognosamente nazista.
Holger ricordava le tante discussioni; cristo, quante stesse notti passate a litigare, ragionare e poi assieme arrivare a decidere che comunque, con dubbi ed incertezze, che forse si poteva essere certi di andare ad una sconfitta, ma ne valeva la pena; che forse non avrebbero assistito ad una qualche rivoluzione, ma certo avrebbero dato dignità alle loro esistenze, avrebbero preso, chiaramente e definitivamente, le distanze da un potere orrendo e fascista.
Ora ripercorreva le settimane passate e rivedeva il direttore-boia che ordinava: “Il detenuto in carcerazione preventiva sarà tenuto in cella d’isolamento totale al reparto 2, cella 51. Esclusione da tutte le iniziative della comunità comprese le funzioni religiose. Uscita all’aria aperta controllata (e poi sospesa), nessuna assegnazione al lavoro. Le celle direttamente confinanti di fianco e ai piani superiori e inferiore non possono essere utilizzate per la detenzione di altri detenuti”.
Racchiuso letteralmente in sé, con il corpo che oramai non lo proteggeva più, e che quindi non poteva essere usato per essere lui stesso colpito, dunque oramai invincibile, finalmente e realmente libero, raccoglieva le energie per ricordare e godersi la sua vittoria, la propria rivoluzione: aver messo in ginocchio il potere germanico.
Pur se al suo estremo, il comunista Holger, non riusciva a fare solamente propria questa vittoria e davanti a se rivedeva i propri compagni caduti, o che si trovavano prigionieri come lui, e li rivedeva in una sorta di film che passava davanti agli occhi ed avevano le sembianze di tutti i caduti per il comunismo, di tutti quelli che nelle prigioni del mondo vi erano segregati, di tutti quelli che nelle periferie del mondo, giorno per giorno lottano non solo per la propria sopravvivenza e per la propria libertà, ma per la libertà di ognuno, per la libertà di tutti.
Poi arrivò la fine e gli rimase l’ultimo alito di vita, prima di chiudere senza nessuna altra possibilità ripeté a memoria Bertold B.:
I funerali di un agitatore
Qui, in questo zinco
Sta un uomo morto,
o le sue gambe o la sua testa,
o di lui anche qualcosa di meno,
o nulla, perché era
un agitatore.
Fu riconosciuto fondamento del male.
Sotteratelo. E’ meglio
Che solo la moglie vada con lui allo scorticatoio.
Chi altri ci vada
È segnato.
Quel che è lì dentro
a tante cose vi ha aizzati:
a saziarvi
e a dormire all’asciutto
e a dar da mangiare ai figlioli
e a non mollare di una lira
e alla solidarietà con tutti
gli oppressi simili a voi, e
a pensare.
Quel che è lì dentro vi ha detto
Che ci vuole un altro sistema nella produzione
E che voi, le masse del lavoro, milioni,
dovete prendere il potere.
Per voi, prima, non andrà mai meglio.
E siccome quel che è lì dentro ha parlato così,
l’hanno messo lì dentro e dev’essere sotterrato,
l’agitatore che vi ha aizzati.
E chi parlerà di saziarsi
e chi di voi vorrà dormire all’asciutto
e chi di voi non mollerà una lira
e chi di voi vorrà dare da mangiare ai figlioli
e chi pensa e si dice solidale
con tutti coloro che sono oppressi,
quello, da ora fino all’eternità,
dovrà essere chiuso nella cassa di zinco
come quello che è quì,
perché agitatore e sarà sotterrato.
L’estremo ultimo atto volle dedicarlo ai compagni più vicini e per questo inventò un cerchio vitale: un cerchio dentro cui si materializzarono Rosa L., Karl L., Andreas B., Ulrike. M., G. Ensslin, e poi morì
A proposito di una tendenza diffusa soprattutto in Francia e Germania.
IL TRAMPLING!!!!
Sapete cos'è?
Può diventare pure un business!!!!
ma la campagna da chi è promossa?
Du bist Deutschland. Sappilo.
quanto a te, Mr_Big....grandeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!! signorile distacco, da mò vale.
Rivolgendomi mesto a voi (a esse?) labici (labiche?) propongo di restituire il favore del link...
su flickr:
http://www.flickr.com/groups/dubistdeutschland/pool/
e qui:
http://dubistdeutschland.amazink.de/
altrettanto ovviamente gli ignari testimonials della campgana ufficiale non potevano essere idealtipi meinhoffici o baaderiani, l'immagine sul blog è presa da una delle contro(?)campagne.
altrettanto ovviamente ich bin Lotar Matthaeus!
perchè i manifesti son proprio da farci carta da parati, è lecito e previsto dalla loro infinita riproducibilità, nonchè dal progetto di chi le ha fatte. ci puoi tappezzare una toilette di un locale come la cameretta dei bimbi. peccato pel rutto mancato o comunque non sentito poichè ruttare singifica aver gradito!
[ in giapponese ]
"Kokeshi" wa ki de dekita nihon no dentotekina ningyo desu. Nihon fu no ie dewa yoku mikake masu. Katachi wa kanari simple desu ga, soredakeni ajiwai ga aru to omoi masu...
Ma scusa tu che ci facevi in galleria con due schampiste? Non avevi niente di meglio da fare? Io ti consiglierei di rilassarti più spesso e vedrai che forse potrai anche un giorno permetterti dei colpi di sole.
Aniway per te, brutta bambola giapponese un pò repressa, le carte da parati non sono in vendita.
l'ho messa su flickr
va bè, vado ad azionare il mio vibra e poi ve lo passo per sollecitare la vostra corteccia artistica un po indurita e facile agli scopiazzamenti. kokeshi
eri alla presentazione? o al ritrovo dei labici? no perchè avresti potuto mettere da parte il tuo vibratore (e non ce lo passare che ci fa schifo) e usarne uno vero: il mio.........
risposte!
oggi è domenica. la galleria BluOrg è chiusa di domenica. babmolakokeshi scrive utilizzando un presente storico che mi induce al sospetto che ella parli cmq di oggi (ieri solo due signorine sculettanti? non so, non ci credo)
dunque, dando per accertati i punti precedenti, bambolakokeshi:
a)è una proiezione della labpersonalità multipla e schizoide
b)possiede copia di tutte le chiavi e password per accedere a BluOrg assieme a signorine sculettanti non meglio precisate
c)è la talpa
d)ha seri motivi per avercela con la carta da parati, sono cose in cui non è giusto entrare senza cognizione di causa.
e chi erano le sculettanti shampiste?
curiosity once again
le bamboline giapponesi non le conoscevo, ma ora si. l'anonimato è il bello del blog. Che i commentatori negativi rimangano sempre anonimi e scatenino isterie nella labcasa... viva i labbismo-shampismo guida gloriosa del proletariato labico (con panna).
lo shampismo è la professione, una come tanto, su cui non c'è nulla da ridire; lo sciampismo, invece, è un modo d'essere. Qualità negativa solo se non accuratamente mescolata ad altre qualità intellettuali.....
lo shampismo è la professione, una come tanto, su cui non c'è nulla da ridire; lo sciampismo, invece, è un modo d'essere. Qualità negativa solo se non accuratamente mescolata ad altre qualità intellettuali.....
Mi sbilancio e prometto un post sulla libertà nominale e sui diritti e i doveri dei bloggaroli e dei lurker.
'mbutu a tutu e mai più senza tarallucci e vino.
anche se col ciambellone...era un'altra cosa.