a proposito della tedeschità


attendo fremente dettagliate analisi socio-semio-filo-pisco-alogiche sul senso di questa campagna tesa ad accrescere l'autostima teutonica
aber, ich? Ich bin Andreas Baader!

32 Comments:

  1. maschinehaus said...
    oh! per eventuali smemorati: http://www.ecn.org/rete.sprigionare/stampa_varie/M210498b.html
    Anonym said...
    1974: la notte di Holger Meins

    In ricordo della compagna Ulrike Meinhof,dei compagni Andreas Baader, JanCarl Raspe,assassinati nei Lager dalla Germania nazista.

    “Uno spettro si aggira per l’Europa”, questo devono aver pensato i vari Schmidt, Maihofer e Vegel, che hanno programmato e voluto il regime di tortura psicofisica per eliminare noi prigionieri politici nella Germania ex-nazista, che mai ha fatto realmente i conti col proprio passato hitleriano.
    I pensieri di Holger erano anche questi, la sera, o meglio la notte, una fra tante, tra quelle che oramai stava vivendo da circa 60 giorni, comunque questa era la notte tra l’8 ed il 9 novembre 1974.
    Ma questo tempo così razionale forse lo era soltanto per noi, che stavamo fuori dal carcere e seguivamo la sua e la loro storia, il suo ed il loro sciopero della fame, il suo ed il loro estremo atto di ribellione. Non era certo, una sera come altre, infinite; per Holger che stava sdraiato sul lurido lettino, che tanto ricordava quelli che solo qualche decennio addietro, ospitava prigionieri comunisti, ebrei, omosessuali, zingari, con gli stessi miseri indumenti, quelle ossa e pelle che orami erano tutt’uno, ma che nello sguardo vi era l’uguale fierezza di chi non si arrende o non si può arrendere alla forza, alla brutalità, al nazismo.
    Holger pensava queste cose e chiudeva gli occhi, sereni e dolci, oramai sempre più spesso, oramai sempre più a lungo, per ripararli da quella luce volutamente accesa giorno e notte, che lo lasciava continuamente come sotto un riflettore in pasto agli sguardi delle iene ridenti e beffarde, tanto più dannate per non riuscire a sconfiggere tanta fiera volontà comunista.
    Il campo di concentramento era quello di Wittlich, e sia il direttore del campo, che il magistrato responsabile, l’aguzzino Prinzing, si erano opposti al trasferimento di Holger in un reparto di cura intensiva.
    Addirittura il boia, medico del campo, se ne era andato in ferie per il fine settimana.
    La premeditata e continua tortura degli aguzzini non impediva ad Holger di seguire i suoi intimi pensieri, che certo condivideva con i propri compagni in una sorta di invisibile, quindi incensurabile ed inafferrabile comunicazione, e certo non è esagerato dire comunione d’intenti, di programma, di progetto, ovviamente incomprensibile per quelli che sentendo la parola progetto intendono subito quanto ci guadagnano, loro e le proprie famiglie.
    Quella notte, che sapeva essere l’ultima, i pensieri riportavano a quando, insieme ai suoi compagni, avevano deciso di passare all’azione contro lo stato borghese, sorto da quello nazista, imposto da una superpotenza (gli USA) altrettanto vergognosamente nazista.
    Holger ricordava le tante discussioni; cristo, quante stesse notti passate a litigare, ragionare e poi assieme arrivare a decidere che comunque, con dubbi ed incertezze, che forse si poteva essere certi di andare ad una sconfitta, ma ne valeva la pena; che forse non avrebbero assistito ad una qualche rivoluzione, ma certo avrebbero dato dignità alle loro esistenze, avrebbero preso, chiaramente e definitivamente, le distanze da un potere orrendo e fascista.
    Ora ripercorreva le settimane passate e rivedeva il direttore-boia che ordinava: “Il detenuto in carcerazione preventiva sarà tenuto in cella d’isolamento totale al reparto 2, cella 51. Esclusione da tutte le iniziative della comunità comprese le funzioni religiose. Uscita all’aria aperta controllata (e poi sospesa), nessuna assegnazione al lavoro. Le celle direttamente confinanti di fianco e ai piani superiori e inferiore non possono essere utilizzate per la detenzione di altri detenuti”.
    Racchiuso letteralmente in sé, con il corpo che oramai non lo proteggeva più, e che quindi non poteva essere usato per essere lui stesso colpito, dunque oramai invincibile, finalmente e realmente libero, raccoglieva le energie per ricordare e godersi la sua vittoria, la propria rivoluzione: aver messo in ginocchio il potere germanico.
    Pur se al suo estremo, il comunista Holger, non riusciva a fare solamente propria questa vittoria e davanti a se rivedeva i propri compagni caduti, o che si trovavano prigionieri come lui, e li rivedeva in una sorta di film che passava davanti agli occhi ed avevano le sembianze di tutti i caduti per il comunismo, di tutti quelli che nelle prigioni del mondo vi erano segregati, di tutti quelli che nelle periferie del mondo, giorno per giorno lottano non solo per la propria sopravvivenza e per la propria libertà, ma per la libertà di ognuno, per la libertà di tutti.
    Poi arrivò la fine e gli rimase l’ultimo alito di vita, prima di chiudere senza nessuna altra possibilità ripeté a memoria Bertold B.:

    I funerali di un agitatore

    Qui, in questo zinco
    Sta un uomo morto,
    o le sue gambe o la sua testa,
    o di lui anche qualcosa di meno,
    o nulla, perché era
    un agitatore.
    Fu riconosciuto fondamento del male.
    Sotteratelo. E’ meglio
    Che solo la moglie vada con lui allo scorticatoio.
    Chi altri ci vada
    È segnato.
    Quel che è lì dentro
    a tante cose vi ha aizzati:
    a saziarvi
    e a dormire all’asciutto
    e a dar da mangiare ai figlioli
    e a non mollare di una lira
    e alla solidarietà con tutti
    gli oppressi simili a voi, e
    a pensare.
    Quel che è lì dentro vi ha detto
    Che ci vuole un altro sistema nella produzione
    E che voi, le masse del lavoro, milioni,
    dovete prendere il potere.
    Per voi, prima, non andrà mai meglio.
    E siccome quel che è lì dentro ha parlato così,
    l’hanno messo lì dentro e dev’essere sotterrato,
    l’agitatore che vi ha aizzati.
    E chi parlerà di saziarsi
    e chi di voi vorrà dormire all’asciutto
    e chi di voi non mollerà una lira
    e chi di voi vorrà dare da mangiare ai figlioli
    e chi pensa e si dice solidale
    con tutti coloro che sono oppressi,
    quello, da ora fino all’eternità,
    dovrà essere chiuso nella cassa di zinco
    come quello che è quì,
    perché agitatore e sarà sotterrato.

    L’estremo ultimo atto volle dedicarlo ai compagni più vicini e per questo inventò un cerchio vitale: un cerchio dentro cui si materializzarono Rosa L., Karl L., Andreas B., Ulrike. M., G. Ensslin, e poi morì
    Anonym said...
    www.nikeboy81mi.com

    A proposito di una tendenza diffusa soprattutto in Francia e Germania.
    IL TRAMPLING!!!!
    Sapete cos'è?
    Può diventare pure un business!!!!
    _effe_ said...
    mamma mia.
    ma la campagna da chi è promossa?
    Du bist Deutschland. Sappilo.

    quanto a te, Mr_Big....grandeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!! signorile distacco, da mò vale.
    _effe_ said...
    inciampo troppo spesso, se io praticassi il trampling potrei seriamente far del male a qualcheduno. più di quanto egli non si aspetti. ma forse farebbe parte del gioco...
    SpoonG said...
    ma veramente tutti i blog sono su google. le chiavi di ricerca sono fondamentali per un sano sviluppo di un blog.
    maschinehaus said...
    questo è il sito della campagna: http://www.du-bist-deutschland.de/opencms/opencms/Index.html
    Anonym said...
    google finalmente ci considera perché delle anime pie (sempre siano lodate) ci hanno linkato, sottraendoci allo stato spammatico e restituendoci a ciò che più o meno ci confà.
    Rivolgendomi mesto a voi (a esse?) labici (labiche?) propongo di restituire il favore del link...
    lenore said...
    ICH BIN ULRIkE MEINHOF
    Anonym said...
    lenore ma non stavi studiando?!?!?!?!?
    Anonym said...
    sgrunt...si...ma un giro ogni tanto...
    maschinehaus said...
    ovviamente. la campagna teutonica ha già scatenato le opportune reazioni.
    su flickr:
    http://www.flickr.com/groups/dubistdeutschland/pool/
    e qui:
    http://dubistdeutschland.amazink.de/
    altrettanto ovviamente gli ignari testimonials della campgana ufficiale non potevano essere idealtipi meinhoffici o baaderiani, l'immagine sul blog è presa da una delle contro(?)campagne.
    altrettanto ovviamente ich bin Lotar Matthaeus!
    Anonym said...
    entro nella galleria Bluorg e vedo 2 signorine sculettanti, impettitamente indaffarate a scegliere nuovi colori: le nuances dei caldi marroni o i biondi cenere. che tinta di capelli va per la maggiore quest'anno? ma poi mi rendo conto che le sciampiste si divertono a progettare carta da parati o carta da regalo. ho un'intuzione migliore: hanno aperto per la prima volta la scatola dei colori e si cimentano baroccamente a tamponarlo qua e là su disegni precostituiti. whaw, geniale.quindi sopraffatta dalla mia ignobile insensibilità vorrei gridare "perdono" al centro della sala. sono colpevole, colpevole di superficialità, di incomprensione ad oltranza. forse colpevole di pochezza.nessuno mi ha insegnato a riconoscere la mano del genio. l'idea stupefacente dell'estro umano. il messagio e la sua insoffocabile urgenza di trasmetterlo con la pigrizia del gesto. ma perchè mentre ancora mi guardo intorno ho urgenza solo di ruttare e far passare questo mia esigenza fisiologica come urgenza umana paragonabile all'arte di lor signori sciampisti? bambolakokeshi
    lenore said...
    bambolakokeshi, ma scusu, ko ki eshi?
    perchè i manifesti son proprio da farci carta da parati, è lecito e previsto dalla loro infinita riproducibilità, nonchè dal progetto di chi le ha fatte. ci puoi tappezzare una toilette di un locale come la cameretta dei bimbi. peccato pel rutto mancato o comunque non sentito poichè ruttare singifica aver gradito!
    Anonym said...
    viva lo sciampismo-leninismo
    Anonym said...
    Il "kokeshi" e' la bambola tradizionale giapponese di legno decorta. Nella casa alla giappponese si puo' trovarlo. La forma e' veramente semplice, per questo mi sembra che abbia un sapore...

    [ in giapponese ]
    "Kokeshi" wa ki de dekita nihon no dentotekina ningyo desu. Nihon fu no ie dewa yoku mikake masu. Katachi wa kanari simple desu ga, soredakeni ajiwai ga aru to omoi masu...
    lenore said...
    la ricerca veloce in internet ti ha fatto approdare sul primo deca di definizioni guglesche dell'antica bambolina ormai trasmigrata verso altri significati meno nobili della tradizonale bambola di legno decorta, la kokeshi di adesso è invece il prototipo di quello che te chiami shampista...ma cosa è poi una shampista, una che si fa tanti shampi (o shampoo)(cfr. post sul tavli di dieci gg fa) o una che fa tanti shampi? ;-)
    Anonym said...
    Messaggio per la bambola giapponese:
    Ma scusa tu che ci facevi in galleria con due schampiste? Non avevi niente di meglio da fare? Io ti consiglierei di rilassarti più spesso e vedrai che forse potrai anche un giorno permetterti dei colpi di sole.
    Aniway per te, brutta bambola giapponese un pò repressa, le carte da parati non sono in vendita.
    lenore said...
    ripensandoci la bambola kokeshi tradizionale è della stessa forma di un vibratore...ah..ora si spiega tutto!
    l'ho messa su flickr
    Anonym said...
    uauhhh ho aizzato un gruppo di fans della carta da parati. facile tacciare qualcuno di astinenza quando non si hanno argomenti. mi appassionate. ad ogni modo un warhol c'è già stato cari isterici delle mie brame.
    va bè, vado ad azionare il mio vibra e poi ve lo passo per sollecitare la vostra corteccia artistica un po indurita e facile agli scopiazzamenti. kokeshi
    Anonym said...
    la pop art neo o post che sia non può fare a meno del già detto e della citazione o credi che si possa inventare qualcosa di nuovo?
    eri alla presentazione? o al ritrovo dei labici? no perchè avresti potuto mettere da parte il tuo vibratore (e non ce lo passare che ci fa schifo) e usarne uno vero: il mio.........
    lenore said...
    anche tu ci appassioni, ma quello che non ho capito è se ce l'hai con le shampiste, il che mi infastidirebbe rispetto a chi consideri tu tali - posto che lo shampismo sia un difetto e non una professione!- o se ce l'hai con le opere esposte, il che mi lascerebbe quasi indifferente, cioè sei liber* di pensarla come credi, o se ce l'hai con la carta da parati, il che mi incuriosirebbe perchè non avrei idea del perchè,
    risposte!
    Anonym said...
    le critiche sono ben accette, ma quando sono costruttive!!!
    _effe_ said...
    scusu, ma non mi tornano i conti.
    oggi è domenica. la galleria BluOrg è chiusa di domenica. babmolakokeshi scrive utilizzando un presente storico che mi induce al sospetto che ella parli cmq di oggi (ieri solo due signorine sculettanti? non so, non ci credo)
    dunque, dando per accertati i punti precedenti, bambolakokeshi:
    a)è una proiezione della labpersonalità multipla e schizoide
    b)possiede copia di tutte le chiavi e password per accedere a BluOrg assieme a signorine sculettanti non meglio precisate
    c)è la talpa
    d)ha seri motivi per avercela con la carta da parati, sono cose in cui non è giusto entrare senza cognizione di causa.
    Anonym said...
    non la mettiamo sul vittimismo, please. nessuno ce l'ha con nessuno. era solo un commento negativo sulla carta coloRatti. anzi bravissssssimi e finiamola lì. kokazziiiii
    lenore said...
    ma no, daai, voglio sapere chi sei, a me non interessa vittimizzarmicisivi, curiosity killed the cat, ma poi si seppe chi fu!
    e chi erano le sculettanti shampiste?
    curiosity once again
    Anonym said...
    a me il negativo piace perché ricorda la negazione (Aufhebung?). le sciampiste pure, perché mi rimuovono delicatamente la forfora, massaggiandomi il cuoio capelluto. la critica - perché no?
    le bamboline giapponesi non le conoscevo, ma ora si. l'anonimato è il bello del blog. Che i commentatori negativi rimangano sempre anonimi e scatenino isterie nella labcasa... viva i labbismo-shampismo guida gloriosa del proletariato labico (con panna).
    franz said...
    santo cielo! Sono stata fuori tutto il giorno, mi sono distratta un secondo dal blog e trovo questo pandemonio......
    lo shampismo è la professione, una come tanto, su cui non c'è nulla da ridire; lo sciampismo, invece, è un modo d'essere. Qualità negativa solo se non accuratamente mescolata ad altre qualità intellettuali.....
    franz said...
    santo cielo! Sono stata fuori tutto il giorno, mi sono distratta un secondo dal blog e trovo questo pandemonio......
    lo shampismo è la professione, una come tanto, su cui non c'è nulla da ridire; lo sciampismo, invece, è un modo d'essere. Qualità negativa solo se non accuratamente mescolata ad altre qualità intellettuali.....
    _effe_ said...
    io però difendo il diritto all'anonimato o alla precaria copertura virtuale(che poi nel caso in questione bambolakokeshi il suo nome se lo è dato).
    Mi sbilancio e prometto un post sulla libertà nominale e sui diritti e i doveri dei bloggaroli e dei lurker.

    'mbutu a tutu e mai più senza tarallucci e vino.
    anche se col ciambellone...era un'altra cosa.
    Anonym said...
    Alla fine non ho trovato nessuna signorina sculettante per lo shampo notturno!!!: k delusione!!!
    Anonym said...
    bah... saranno ushite!

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