Mocassini assassini


Chi si aspettava (scioccamente) un film di propaganda, l'asso nella manica per la campagna elettorale del centro-sinistra, è rimast* sicuramente delus* da "Il caimano" di Nanni Moretti. Chi pensava che questo dovesse essere un film utile (ma quando mai i film sono utili o inutili rispetto ad una causa?????) è rimast* altrettanto deluso. Chi pensava di farsi due matte risate, pure.
Invece, questo nuovo film di Moretti, cupo ed angosciante, a me è piaciuto. Qualcun* l'ha trovato lento e noioso: io l'ho trovato intenso ed inquietante.
Ci ho trovato, come al solito, la tendenza (ironica, ma compiaciuta) all'autocelebrazione, che credo sia uno dei tratti di Moretti che fa sì che o lo si odi o lo si ami. E io lo amo. Il film è pieno di citazioni velate o esplicite, dalla locandina del film trash all'italiana "Mocassini assassini" che per un gioco di rimandi e assonanze semantiche riporta a "Bianca", a Moretti/Berlusconi che ricorda Botero de "Il Portaborse". Ma il film celebra anche se stesso, perché il personaggio di Silvio Orlando finisce per essere un alter ego (berlusconiano, però) di Moretti che parla del film nel film e dice una cosa innegabile: "Nessuno in Italia ha mai fatto un film su Berlusconi".
E Moretti, in effetti, è il primo. Ma non è il primo a girare un film su Berlusconi: troppo semplice definire così il tema del film. Del resto, tutto ciò che il film racconta su Berlusconi lo sappiamo già. "Il Caimano" è un film sul processo di berlusconizzazione che ha investito l'Italia 30 anni fa e che è la vera vittoria politica di Berlusconi, qualunque cosa accada il 9 aprile. Sul ruolo tremendo e studiato che le TV del gruppo Mediaset dagli anni 80 hanno svolto nel processo di impoverimento culturale dell'Italia, che nel 1994 è tornato utile al Berlusconi politico. Da qui, il senso di cupezza e desolazione che il film trasmette.
Ma benché spostata in secondo piano, soprattutto a causa delle aspettative sul film, che lo vorrebbero un film politico, nel film c'è anche la storia personale dei protagonisti Silvio Orlando e Margherita Buy, che si intreccia benissimo alle vicende pubbliche raccontate. Come accade nella vita reale, dove la nostra storia personale si muove insieme e si intreccia con la storia pubblica che ci gira intorno. E la fine del matrimonio fra i due protagonisti e il loro rapporto con i due bambini sono raccontati con garbo ed intensità. E' bellissima la scena (presente anche nel trailer) in cui i due, nel traffico di Roma, si guardano ognuno dalla propria macchina, affiancandosi e allontanandosi, accelerando e rallentando.
Infine, ancora una volta nella filmografia morettiana, questo film ci racconta anche del cinema: è una storia di film mancati, di fallimenti finanziari, di produzioni, del volto vero degli attori (il personaggio di Placido), delle aspirazioni di una giovane regista (Jasmine Trinca), che a sua volta si intreccia con l'aspirazione alla maternità di chi si trova al di fuori del ruolo istituzionale di moglie all'interno della Famiglia.
Come a dire che vita pubblica, vita privata e cinema costruiscono ogni giorno, inseme, il mondo in cui viviamo e che la nostra vita, come dice lo studioso di visual culture Mirzoeff, "ha luogo sullo schermo".
E il punto è proprio questo: chi ha costruito il frame teorico e politico di questo schermo?

10 Comments:

  1. Anonym said...
    io l'ho trovato pesante
    Anonym said...
    io l'ho trovato chiancone
    Anonym said...
    e il cerchio si chiuse con un chiasmo
    R.R. said...
    Non l'ho ancora visto!! nikeboy voleva portarmi al cinema sabato scorso a vederlo!!!
    Moretti del resto non mi è molto simpatico. Incarna le debolezze e le contraddizioni degli intelletuali di sinistra.
    Lo sapete quale scuola frequenta il figlio di Moretti?
    La scuola Americana a Roma!!!!

    Aniway andrò a vederlo....
    franz said...
    beh, sì, il Moretti politico non sta simpatico a molt*: a sinistra non tanto gli perdonano l'attacco a Rifondazione dopo la vittoria di Berlusconi del 2001. Ma anche il Moretti regista/attore sta sulle balle a un bel po' di gente. Ma a me il suo snobismo insofferente è sempre piaciuto (ma forse è un mio difettuccio, e perciò mi piace), anche perché nei suoi film è solitamente seguito da momenti di intensità quasi poetica e malinconica. Insomma, passare da "Trend negativo?????" a "i pomeriggi di maggio con pane e cioccolata che non torneranno più".
    _effe_ said...
    io nanni moretti lo amerò sempre per la nuotata nel barattolo di nutella e soprattutto per lo schiaffone sul "ma come ca**o parli?! le parole sono importanti!"
    conto di andare a vedere il caimano stasera, anche se in realtà non mi attira tantissimo. 6 mesi di mistero e poi tutto rivelato in 5 giorni su giornali, rubriche e deliri di giuliano ferrara. ma il discorso sui film utili...mamma mia...anche lì ci starebbe un "ma come ca**o parli?!". davvero, non capisco che voglia dire e se lo capisco mi fa un po' paura
    Anonym said...
    Parafrasando il recensore direi:"chi si aspettava di vedere un film è rimasto deluso...".Come definire il Caimano?Acqua Fresca non solo politicamente ma anche e soprattutto (cosa imperdonabile)artisticamente. Carcere per il nano ma legge Bacchelli subito per il Nanni...
    Anonym said...
    Franz saresti dovuta intervenire ieri pomeriggio a pellicole all'ospizio! Così magari si sarebbe parlato un po' più di cinema!!!
    a.
    Anonym said...
    mocassini assassini forever!!!
    voglio la locandinaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!
    Anonym said...
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