IN DIFESA DELLA VITA?!

Nella serata dell'11 febbraio alcuni agenti del Commissariato Arenella hanno fatto irruzione nel reparto di IVG del II Policlinico di Napoli, su segnalazione anonima e senza alcun mandato, in nome di un fantomatico reato di “feticidio”.
Hanno interrogato, spaventato e messo sotto pressione una donna, dopo soli 20 minuti dall'intervento, criminalizzando e intimidendo, in un momento così delicato, lei e la sua vicina di letto.
Si trattava di un aborto terapeutico regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna che ha subito l’intervento.
I medici, di fronte ad un inedito agire della forza pubblica, hanno tutelato la donna, ma non hanno potuto evitare il sequestro del materiale abortivo e della fotocopia della cartella (anonima) della paziente.
Questo è uno dei più violenti episodi che dimostrano l'esistenza in Italia di un fortissimo rischio di deriva fondamentalista e di attacco alla libertà e all'autodeterminazione, ai diritti di scelta sul corpo e sulla procreazione da parte delle donne. Diritti che, se ristretti o negati, producono inevitabilmente una restrizione degli spazi di libertà in tutto il resto della società.
Ciò che ipocritamente chiamano "difesa della vita" è in realtà uno strumento ideologico di controllo e di repressione delle pratiche di autodeterminazione delle donne, così come la violenza femminicida diventa un pretesto per sdoganare politiche securitarie e razziste e tenere le donne imprigionate fra le mura domestiche, riducendoci a soggetti da "proteggere". Ci vorrebbero terrorizzare o criminalizzare per gestire le nostre vite, per ridurre le possibilità di scelta e di movimento, per addomesticarci.
Di cosa altro ci accuseranno? Cospirazione alla vita? Sovversione al
ruolo di madre?
Si tratta di scardinare l'ipocrisia di chi da un lato si erge a “difensore della vita” quando questa è allo stato embrionale, e dall'altro attua politiche di sfruttamento, precarizzazione, guerra, discriminazione di soggettività “extrauterine” e dei territori che abitano.
La difesa della vita non è un'astratta adorazione di cellule ma pratica quotidiana di conflitto antissessista, antifascista, antirazzista.
Contro l'uso dei nostri corpi come merce di scambio nelle politiche istituzionali e nelle campagne elettorali.

Autodenunciamoci tutte\i
per aver deciso della nostra vita
perchè vogliamo viverla
con libertà, dignità e qualità


2 Comments:

  1. lenore said...
    oggi alle 19 davanti alla laterza c'è il presidio per difendere la 194

    venite?
    Anonym said...
    è scioccante

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