Lo sapevate?...sapevatelo, (merci effe per la fonte inesauribile di vulviate)
Grammatica italiana al tavli by night: il neutro in italiano esiste?
Naturalmente no! eppur qualcuno sostiene non a torto che...vabè, procediamo con ordine:
è indubbio che tracce del neutro latino in italiano siano ravvisabili in nomi che esprimono quantità: uovo, uova; braccio, braccia; dito, dita, maschili al singolare e femminili al plurale.
tutto qui?
e come tralasciare l'arido dibattito sul termine 'curriculm' e il suo plurale?
state pensando a 'curricula', vero?
non è che direste, per snobismo o per errore, "ho consegnato i curriculum"?
copioeincollo per prigrizia di rielaborazione quanto sostenuto su una pagina di grammatica on line su Immaginaria.net:
"perché dite i curricula e non i curriculum?
Non cerchiamo di farci belli con le piume del pavone, che non ci appartengono, e non facciamo finta di sapere il latino, dato che non lo sappiamo. [...]

E poi, come la mettiamo: diciamo curricula, e va bene. Ma poi diciamo anche, chessò, sponsores? Ci pensate?
E già, perché se decidiamo di flettere le parole latine secondo le regole della grammatica latina, dovremmo probabilmente anche concordarle con i casi. Quindi vai (...) con il dativo e l'ablativo ("Non pensavo che mi sarei abituato così facilmente
mediis quali la televisione satellitare").
No, no, no, non ve lo consiglio. Il latino è una lingua straniera che, certamente, ha con l'italiano un rapporto molto stretto, ma non è l'italiano. E quindi, va trattata come le altre lingue straniere, dalle quali prendiamo in prestito parole che trattiamo come invariabili, indeclinabili, immodificabili (a meno che voi facciate ogni sera il giro dei bars, per parlare dei vostri sports preferiti).

se curriculum, in latino, è neutro, è indubbio che in italiano diventa maschile. [regola grammaticale insindacabile] Ma, allora, come giustificare un plurale neutro (curricula) per un nome maschile? Non è meglio, a questo punto, mantenerlo invariabile? Oppure optare per l'elegante soluzione della forma italianizzata "curricolo / curricoli"?)
trovo [più] interessante quella [
soluzione] di Birattari (Italiano, Corso di sopravvivenza , Ponte alle Grazie, 2000, p. 250):
Vale per le parole latine quel che si è detto per le parole straniere in generale: in italiano sono invariabili. Quindi il plurale di curriculum è i curriculum . Può capitare benissimo, però, che se scrivete in una richiesta di lavoro di aver "inviato altri curriculum alla vostra attenzione", la vostra lettera capiti in mano a un selezionatore del personale che tutte le sere prima di addormentarsi si ripeta le tabelle delle declinazioni e dei paradigmi latini e leggendo curriculum al posto di curricula cestini sdegnato la vostra lettera.
e questo è un fatto.
ma poi c'è anche l'uso neutro dei pronomi: si usa la come se fosse un neutro, quando diciamo

« non me la sento », « la vuoi smettere? », «se l'è menata», « te la godi », « la sa lunga », « non me la fai», « se la vide brutta », « me la pagherai », « ce la caveremo », « ce l'hai con me? » «te la sei bevuta», «se la cava bene », «farla da padrone», «farla finita», «passarsela bene», «la puoi svoltare così», «tagliarla corta», «passala e non fumarla tutta», no, quest'ultima non c'entra.
questo significa che l'italiano è una lingua gender oriented?
che dire del maschilismo di «glielo dissi» sia per « lo dissi a lui » sia per « lo dissi a lei »?
sul tema pronomi in senso neutro, poi, la crusca in persona dice:

Il mancato accordo può riferirsi sia al genere che al numero: per il genere, in alcuni casi non vale nemmeno il criterio del sesso per gli esseri animati e può accadere che al genere maschile o femminile grammaticale non corrisponda lo stesso genere in natura (la guardia, la vedetta, la sentinella ad esempio sono sostantivi femminili che per lo più si riferiscono ad un essere animato di sesso maschile; oppure il soprano, il mezzosoprano sono cantanti donne indicate però con sostantivi di genere maschile).
Casi problematici per l’accordo del genere:
Tra i residui di neutri latini qualche cosa, qualcosa, ogni cosa presentano problemi di accordo di genere in quanto il neutro latino richiederebbe l’accordo con il maschile in italiano (qualcosa è andato storto), ma la presenza del sostantivo femminile cosa può generare dubbi, [...] nonché all’alternanza che si nota nell’uso letterario che, comunque, recentemente sembra preferire l’accordo al maschile.


su questo tema, decisivo è l'apporto caotico del precisissimo tedesco che usa il neutro per dire "la ragazza": das maedchen. io sapevo che questo derivava dal fatto che il maedchen anticamente era la serva, in quanto tale, ritenuta più una cosa inanimata che una persona sessuata non le veniva concordato un genere sessuale, nè tantomeno dignità di genere grammaticale.
allora come la mettiamo?

5 Comments:

  1. _effe_ said...
    @labrax: per CIO'(funzione neutra?! ;P) che concerne l'ultima questione, direi che dovrebbe aprirsi uno 'mbuco nero nello spazio_tempo, molto molto grosso, cosa che ritengo altamente improbabile.. però ci possiamo lavorare.

    Per il resto mi sembra che si siano affrontate due questioni distinte, sebbene parallele: l'una è l'eredità che da un lato il lessico e dall'altro la sintassi latina hanno lasciato nell'italiano corrente; l'altra è l'uso (e spesso l'abuso) di vocaboli stranieri nella lingua italiana.
    Già il primo punto si biforca in direzioni diverse: un conto sono le parole ed un altro il costrutto in cui le parole si inseriscono...spero che il buon Lévi-Strauss e suo zio de Saussure non prendano male questa mia banalizzazione, ma la struttura controlla gli elementi attraverso i quali si compone e ne determina gli equilibri...
    insomma, curriculum ed il suo plurale curricola sono vocaboli entrati nell'uso comune, ed in quanto tali si inseriscono nel linguaggio corrente, ma il fatto che dei vocaboli latini vengano utilizzati ancora oggi non significa che l'italiano debba (perchè? per galanteria? per rispetto verso gli anziani e i defunti?) attingere anche dalla grammatica e dalla sintassi del/la su@ nonnett@.
    Sull'ingresso di vocaboli stranieri di lingue ancora vitali io detesto la deriva berlusconiana o lelemoresca (comica quando poi rincoglioniti dal pavoneggiamento anglofono si ritrovano a parlare di par condicion o boh), mentre adoro i neologismi (googlami, etc etc)e gli assolutamente nobili usi impropri (il palcoscenico di economia è illuminante).
    ok, non ho parlato affatto del neutro,non voglio rileggere ciò che ho scritto e sfido chiunque ad esprimersi correttamente dopo 8 ore di lezione sul montaggio che attraversava arancia meccanica, odissea nello spazio e sconosciuti ma stimolanti film (no s!!!!) iraniani... quindi chiudo quotando il buon labrax: il linguaggio è un virus e non vivrebbe senza contaminazioni ed improbabili percorsi secondari.
    ne parlavate? parlavatelo_ ;-)
    _effe_ said...
    @labrax: parlavo del devoto oli, eh!
    ih ih ih, già non si capisce più nulla...
    Anonym said...
    il ragionamento su curriculum/curricula non fa una grinza, soprattutto se nello stesso ragionamento rientrano film/films, bar/bars, etc.. Però: come la mettiamo allora con medium/media? Che forse è più utilizzato di curriculum, visto che già si riferisce a strumenti di comunicazione "di massa". Chi direbbe senza sentirsi ridicol* o ignorante, per es., "i nuovi medium della comunicazione"? Termini, che, fra l'altro, pur di origine latina, ritornano all'italiano dall'inglese. Una risposta si trova nello zingarelli (2004), che riporta fra i suoi lemmi medium e media, ma solo curriculum. Cioè sembra non registrare l'uso di curricula. Del resto, proprio l'uso comune (gli atti di "parole", per riprendere il già citato Saussure) trasforma e fa evolvere le lingue. Ma forse la contraddizione si spiega proprio con l'occorrenza dei due termini: medium e curriculum. Il primo viene usato prevalentemente per designare i sistemi di comunicazione di massa, dunque al plurale, mentre curriculum viene utilizzato soprattutto al singolare. Non so, è un'ipotesi..... f.
    lenore said...
    mmh..., si f., condivido l'ipotesi, l'occorrenza rispetto al numero oltre che al genere aiuterebbe.
    ma se si parla di media non posso tenermi un rospo che mi arrossa la gola: è vero che media ritorna all'italiano dall'inglese più che dal latino, però noi che siam di lingua italiana, potremmo sforzarci, porca miseria, a dire mEdia e non mIdia???
    quanto a 'mbuto, caro labrax, non sono io ma è vulvia che docet, il plurale maschile è già storia e ampiamente documenta: 'mbuti, su rieducascional ciannel!
    Anonym said...
    su media che si dice media e non midia, mia cara lenore, sfondi una porta aperta! Per non parlare di medium storpiato in midium..... Non volevo suggerire che la pronuncia dovesse essere quella inglese, eh, lungi da me l'idea!!!! Era solo una precisazione sulll'origine della parola.
    PS domenica sera, h.20:42. fame in crescendo.....

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