Drogato dai volti


Oggi invece vi consiglio questo docufilm: un viaggio indietro nel tempo, nella scena culturale della New York a cavallo tra gli anni '70 e '80, all'interno della comunità artistica "Downtown Scene", che vide emergere personaggi come Andy Warhol, Basquiat, Philipp Glass, Keith Haring, Jim Jarmusch, John Lurie e tanti altri, con i quali lo stesso regista - Edo Bertoglio - condivise idee ed esperienze...

Kursaal, h. 21:00

9 Comments:

  1. Anonym said...
    franz, stai postifera!
    brava :)
    franz said...
    o pestifera?
    lenore said...
    è stato belllllllissssssssssimo!
    una new york così frenetica di cocaina e così persa di eroina, e poi la libertà di inventare nuovi stili nella moda, nella musica, nella fotografia, nell'arte...la new wave ritratta da edo bertoglio come non l'avevamo mai vista, scatti sul terrazzo del loft dove si alternavano personaggi d'ogni genere, dall'artistoide al depresso cronico, al tossicomane, al genio incompreso...tutti maniaci per una delle città più affascinanti del pianeta. scatti di david bowie che sbevazza al bar, john lurie intervistato più volte sempre affascinante, un'incredibile juni russo con occhiali squadrati e sbilenchi...insomma non ricorderei tutto in una volta...la velocità e la negatività del punk con l'euforia edonistica della disco mescolati per le starde di new york...
    non me ne voglia franz o _effe_ nè tanto meno Mr_Big, ma per quegli anni a new york darei ben via sex and the city in una botta sola
    lenore said...
    ...anche perchè non sono miei, me li ha prestati zoppas
    Anonym said...
    forse mi sbaglio, ma credo che face addict non sia ancora uscito in dvd (presentato nelle sale solo un anno fa).
    quindi, mi dispiace per labrax, ma non “si trova”.
    l’occasione offertaci da filmmaker di vedere questo splendido walk-movie è stata – secondo me - la vera chicca dell’edizione di quest’anno (e ancora in corso) della rassegna.
    ‘new york vent’anni dopo’, poteva essere sottotitolato…
    vent’anni dopo Downtown 81, sempre di edo bertoglio (quello sì, si trova) che riprendeva una giornata del ventunenne ancora sconosciuto j-m basquiat circondato dai protagonisti di quella scena che in Face Addict diventano ricordi e memoria di musica, pittura, poesia, moda, droga, beat generation, factory, punk, pogo jumping e, ovviamente, fotografie, tante fotografie, tantissime polaroid.
    lenore said...
    si, akkord, hai ricordato un'altra chicca del film, la trasmissione !glenn o'brian show" dove insegnano cos'è il pogo come danza, dicendo che, anche se è passata di moda, vale la pena spiegare come si fa e cos'è...
    forse su youtube un filmato così si può anche trovare...boh
    franz said...
    leggo tardi tutto questo fiorire di discussione su Face Addict, che come dice giustamente Akkord, è la vera chicca dell'edizione di quest'anno di filmmaker. Bellissimo.
    E bellissimi sono i ritratti che costellano tutto il film: del resto, solo attraverso i volti e le parole di alcuni dei protagonisti della Downtown Scene, Bertoglio riesce a ricreare l'atmosfera creativa e "maledetta" della new wave newyorchese. C'è poco spazio "visivo" per i luoghi e le cose: solo un'infinità di ritratti, di sguardi, di posture.....
    Anonym said...
    scusa franz, ma non sono pienamente d’accordo con l’ultima frase del tuo commento.
    ho trovato molto bello FA anchè perché ci sono dentro “tutti” i luoghi e le cose di ny.
    a volte in video, a volte in foto.
    non certo nel modo appariscente e celebrativo di tanti altri film (e serie televisive…;).
    voglio dire che di manhattan percorri in due ore a piedi la avenue che vuoi e in un’ora la street che preferisci.
    è tutto lì.
    l’infinità di cose che trovi in quel pezzetto di terra tende a farla immaginare infinita (ed infinite le sensazioni, stimoli, etc.).
    Ma nel film ci sono strade, un ponte percorso in direzione manhattan (l’inizio del film, bellissimo!), tunnel, parchi, loft, gallerie d’arte improvvisate, guggenheim, metropolitan, taxi, subway, empire state (con la classica foto di downtown sullo sfondo), club, soho, la spiaggia con giostra/ruota panoramica di coney island, il ‘mio’ hotel.
    ripeto, c'è "tutto". o quasi.
    ciao
    franz said...
    @ akkord: sì, forse hai ragione: evidentemente sono rimasta folgorata dai volti anche io, addicted to faces, e dai colori o dai contrasti del bianco e nero delle fotografie di bertoglio, e non ho visto i "luoghi".
    La mia memoria ha operato una selezione, evidentemente....

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