Ma da quando l'essere si presenta a noi come bipolare? Non siamo forse cresciuti nella convinzione che l'essere sia uno e trino? Da quando il trino non è più uno ma doppio? In campo medico il bipolarismo, o meglio l'essere bipolare, indica una grave patologia di schizzofrenia per la quale il soggetto, ovvero l'essere, è in continua balia tra euforia e depressione, tra manie suicide e incredibili stati di estasi inneggianti la bellezza esistenziale.Il bipolarismo ci obbliga allo scontro, la parte destra del cervello in lotta con quella sinistra, il cielo contro la terra, la luce contro le tenebre, la ragione contro il torto. Quale torto ci viene fatto quando l'educazione non coincide con la realtà vissuta? Quale torto ci viene fatto quando i numeri perdono la loro valenza di perfezione matematica e si trasformano in divisioni o unioni sempre in continua mutazione? L'unico torto che il trino ha veramente e democraticamente donato a tutti noi è ciò che di solito chiamiamo in maniera dotta con il termine esistenza. Non mi piace scrivere di cose già dette, ma per essere sicuro di non scrivere il già detto dovrei innanzitutto diventare trino e quindi peccherei di presunzione e onnipotenza. Il già detto in questione riguarda la frase per cui nessuno di noi può dichiarare di aver chiesto di esistere. Solo il concetto di destino può salvarci dalle teorie esistenzialiste per cui nessuno di noi ha mai scelto di nascere, e per cui la vita altro non è che continua sofferenza interiore, nel migliore dei casi, e anche fisica, nei casi peggiori.Pensiamo al processo di somatizzazione: alcuni di noi hanno la capacità di convertire la sofferenza interiore in veri e propri dolori fisici. In realtà il processo di somatizzazione ha una sua base di veridicità medico-filosofica, per cui ad ogni organo del nostro corpo vengono abbinate delle qualità affettive: il cuore è la sede dell'amore, il cervello della ragione, il fegato del coraggio, lo stomaco della paura, il tallone è debole, il mento aguzzo, i capalli ricci diabolici.Tutto questo è tema principale della fisiognomica, ovvero di quella disciplina attualmente considerata pseudoscientifica, ma in passato considerata arte sciamana, di stregoni indovini pagati dalle corti per predire il futuro dei nemici. Dai tratti del volto si possono veramente delineare le caratteristiche caratteriali di una persona? Iniziamo a dire che il volto umano è labile, soggetto a continui cambiamenti e che quindi è difficilmente interpretabile.Tornando al tre il terzo occhio è sintomo di superiorità spirituale, caratteristica divina; mentre l'occhio singolo è segno di mostruosità, caratteristica primitiva dei giganti cantati da Omero.L'uno e il trino sono alla base delle nostre religioni, e ancor prima costituiscono i nostri miti fondatori. Il doppio invece nelle sue accezioni negative fa riferimento a ciò che è falso e quindi doppio: una persona dalla doppia personalità solitamente risulta falsa. La copia è originariamente il doppio dell'originale, un inganno, un falso d'autore, preciso e ben fatto ma pur sempre maligno e riconducibile al male, al diabolico, all'inferno.E se da una parte c'è Dio il trino e dall'altra il mito, che in quanto rito non può che essere singolo e ripetuto, nel mezzo c'è l'uomo con i suoi due occhi. Visione doppia ribaltata, riribaltata, e infine sovrapposta nel mito, che è il solo unico. Ma non facciamoci ingannare dalle parole e dalle associazioni di idee: il doppio occhio umano vede in quanto esiste un oggetto da guardare, che in quanto tale costituisce il terzo, la terza via. Due occhi per guardare e un oggetto desideroso di essere guardato. 2 più 1= 3. E allora perchè le nostre riflessioni sembrano dover per forza essere convogliate nell'essere bipolare? Il bipolarismo è cieco? Il nostro pensare guarda verso il nulla? La beata ignoranza recita la miglior ricetta della felicità terrena. Chi è ignorante non può che esere felice e quindi beato...beato come i santi prima di essere santificati. Essi affidano la propria mente e il proprio corpo al martirio, al possesso divino, al dolore come espiazione del peccato originario di aver colto quella fottuta mela. Il doppio che risiede nel beato futuro santo viene scomposto nelle sue due unità per essere infine trino: l'unità 2 + l'unità 1 + l'unità 1= tre unità di cui la prima è doppia e le altre due singole. La biforcazione della prima unità non cambia lo status predeterminato di unicità, e quindi 2+1+1=3 e non 4!!!
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qualcuno lo sà?
2+3
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1+2
devo rileggerlo (ma perché il post non é in tedesco?!)
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:-) visto che vivi da tempo a Berlin!!!!
NO COMMENT!!!
PS e non riesco ancora a mettere piede fuori di casa... paura.....
ci mancate giààààà
Ich vermisse euch......
PS solita nota dolente: una mezza rissa all'entrata; una macchina sfasciata nel parcheggio.....
PS2 un bacione ai labici ancora a berlino. Mi sono mancate le vostre video-performance... :'(
prima regola del fight club: non parlare del fight club...
così almeno al venerdì saranno tutti calmi!!!!
:-)