crash



non l'avete visto? vedevatelo!
CRASH di Paul Haggis
Un bel film corale, in cui le storie di uomini e donne divers* per provenienza geografica, ideologica, politica, sociale, religiosa e culturale, si scontrano - in un modo o nell'altro - in una Los Angeles multirazziale ma in cui il metissage non è pacifico, ma fonte di conflitti, rabbia, disagio, incomunicabilità. Soprattutto rabbia repressa che inevitabilmente finisce per trovare uno sfogo su persone innocenti. Non a caso, l'unico omicidio (che rappresenta il culmine della rabbia che monta per tutta la durata del film e che non trova sfogo) avviene per uno sbaglio, per un equivoco, ai danni di un rapinatore sì, ma che in quel momento cercava in tasca non la pistola ma il suo portafortuna. E non a caso lo sparo parte dalla mano dell'unico personaggio - il giovane poliziotto pieno di buone intenzioni - che non mostra né comportamenti né pensieri aggressivi per tutta la durata del film. E che anzi, cerca di risolvere le situazioni conflittuali e di tensione in cui si trova.
A chi ha amato Magnolia di Anderson come me, Crash non può non evocare la struttura narrativa (a episodi concatenati) e soprattutto la struttura tensiva: in Magnolia si aspettava la pioggia (che poi sarà di rane), qui si aspetta la neve (certo le rane erano una trovata migliore della neve un po' sdolcinata). E anche una delle sequenze finali in cui la macchina da presa "scarrella" sui personaggi, accompagnata da una canzone pop molto alla Aimee Mann, ricorda la sequenza di magnolia accompagnata da Wise Up di A. Mann in cui tutti i personaggi vengono ritratti prima che si scateni la pioggia di rane.
E domani se ne discute a Feltrinelli alle 19:30 per pellicole a duello: duelleranno la nostra Mestiza e Angela Saponari.

11 Comments:

  1. franz said...
    confesso che il film ha qualche sbavatura (retorica hollywoodiana) e che poteva essere anche più crudele e crudo, ma nonostante tutto è un bel film. Gioca molto sull'impatto emotivo, piuttosto che su quello critico. Ma in ogni caso sotto le emozioni che provoca - toste - si nasconde una critica sociale e politica. Del resto, è un film che mette in scena le reazioni emotive della gente ai problemi di convivenza sociale (paura, intolleranza, rabbia, etc) perciò non può far a meno di colpire prima le emozioni del pubblico, e poi la coscienza critica
    Anonym said...
    ti ho fatto qualcosa?
    lenore said...
    brava franz, la tua accurata recensione apre egregiamente una nuona settimana sul lablog e mi fa venire una gra voglia di andare a vederlo, spero tanto di avere tempo oggi, magari dopo pellicole a duello..allora ci vediamo tutti alla feltrinelli alle 19.30?
    franz said...
    perché, qualcuno ha scritto che ho fatto qualcosa alla coscienza critica?
    Anonym said...
    dai non importa ho superato la faccenda ed incassato il colpo...
    ti voglio bene lo stesso,
    anche se a volte mi releghi in un secondo piano e mi sento messa da parte!
    lenore said...
    labrax stai fascendo al critica alla coscienza pura?
    qualcun* fra voi bloggers possiede uno sgabello da bar o qsa di simile da prestare per il caveau per due giorni? da gio a ven? scusate se occupo sapzi non deputati ma deputateveli..
    ps, anche poltroncina e dormeuse non ingombrante ma comoda va bene
    Anonym said...
    si'
    Anonym said...
    lenore passa pure
    sai che ti tratto sempre molto bene
    e che siamo entrmb* molto in forma !
    lenore said...
    ma chi parla per conto di corderia e roche bobois?
    non gabbatemi...
    Anonym said...
    gabba gabba hey!
    Anonym said...
    indovina indovinello chi ha il divano piu' bello?

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