waiting for sento@3


Lablog augura a tutt* un intenso weekend che avrà inzio questa sera al vernissage di Sento@3 e proseguirà con l'atterraggio di dischi volanti in luoghi ameni della città fino a domenica notte.

Questione posta da un caro amico durante una faceta chiacchierata al tavli la scorsa notte:
il lessico privato adottato in un blog può essere un limite agli accessi di quant* non conoscono le vicende di cui si discerne anche all'interno di post a tema aperto?
cfr. post sul genere dei software, dopo un paio di commenti seri sono state avanzate esigenze individuali: sgabelli, malattie, shopping!

Il minotauro fashionista sarà ad adettendervi lì, all'ingresso delle porte labiche!

24 Comments:

  1. Anonym said...
    che bello trovare auguri di buon weekend...
    prenotare un mantra come risveglio e' previsto?
    quanto all'amico labico ed eventuali incerti,mi farebbe piacere che maturasse in loro la concezione di questo blog come una vera piazza.
    molte volte tra una chiacchiera e l'altra vengon fuori grosse perle di saggezza,io per esmpio ieri ho imparato come si scrive meches
    (ricordo bene?).
    Anonym said...
    ieri record assoluto
    ihihihihih!
    ;-)
    lx.
    _effe_ said...
    ricambio gli auguri a tutti i labici e i labcapitati per caso da queste parti
    giusto per cambiare nuovamente argomento rispetto al post, consiglio caldamente la lettura della odierna amaca di michele serra. lo ammetto, sono un'amacadipendente compulsivo ossessiva. dannato periodo di outing.
    Anonym said...
    Mèches, caro cotone. A volte un accento è tutto. E non dimenticare che ieri hai imparato una nuova parola. Ripassa con Guccini



    Questa domenica in Settembre non sarebbe pesata così,
    l' estate finiva più "nature" vent' anni fa o giù di lì...
    Con l' incoscienza dentro al basso ventre e alcuni audaci, in tasca "l'Unità",
    la paghi tutta, e a prezzi d' inflazione, quella che chiaman la maturità...

    Ma tu non sei cambiata di molto anche se adesso è al vento quello che
    io per vederlo ci ho impiegato tanto filosofando pure sui perchè,
    ma tu non sei cambiata di tanto e se cos' è un orgasmo ora lo sai
    potrai capire i miei vent' anni allora, i quasi cento adesso capirai...

    Portavo allora un eskimo innocente dettato solo dalla povertà,
    non era la rivolta permanente: diciamo che non c' era e tanto fa.
    Portavo una coscienza immacolata che tu tendevi a uccidere, però
    inutilmente ti ci sei provata con foto di famiglia o paletò...

    E quanto son cambiato da allora e l'eskimo che conoscevi tu
    lo porta addosso mio fratello ancora e tu lo porteresti e non puoi più,
    bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà:
    tu giri adesso con le tette al vento, io ci giravo già vent' anni fa!

    Ricordi fui con te a Santa Lucia, al portico dei Servi per Natale,
    credevo che Bologna fosse mia: ballammo insieme all' anno o a Carnevale.
    Lasciammo allora tutti e due un qualcuno che non ne fece un dramma o non lo so,
    ma con i miei maglioni ero a disagio e mi pesava quel tuo paletò...

    Ma avevo la rivolta fra le dita, dei soldi in tasca niente e tu lo sai
    e mi pagavi il cinema stupita e non ti era toccato farlo mai!
    Perchè mi amavi non l' ho mai capito così diverso da quei tuoi cliché,
    perchè fra i tanti, bella, che hai colpito ti sei gettata addosso proprio a me...

    Infatti i fiori della prima volta non c' erano già più nel sessantotto,
    scoppiava finalmente la rivolta oppure in qualche modo mi ero rotto,
    tu li aspettavi ancora, ma io già urlavo che Dio era morto, a monte, ma però
    contro il sistema anch' io mi ribellavo cioè, sognando Dylan e i provos...

    E Gianni, ritornato da Londra, a lungo ci parlò dell' LSD,
    tenne una quasi conferenza colta sul suo viaggio di nozze stile freak
    e noi non l' avevamo mai fatto e noi che non l' avremmo fatto mai,
    quell' erba ci cresceva tutt' attorno, per noi crescevan solo i nostri guai...

    Forse ci consolava far l' amore, ma precari in quel senso si era già
    un buco da un amico, un letto a ore su cui passava tutta la città.
    L'amore fatto alla "boia d' un Giuda" e al freddo in quella stanza di altri e spoglia:
    vederti o non vederti tutta nuda era un fatto di clima e non di voglia!

    E adesso che potremmo anche farlo e adesso che problemi non ne ho,
    che nostalgia per quelli contro un muro o dentro a un cine o là dove si può...
    E adesso che sappiam quasi tutto e adesso che problemi non ne hai,
    per nostalgia, lo rifaremmo in piedi scordando la moquette stile e l'Hi-Fi...

    Diciamolo per dire, ma davvero si ride per non piangere perchè
    se penso a quella che eri, a quel che ero, che compassione che ho per me e per te.
    Eppure a volte non mi spiacerebbe essere quelli di quei tempi là,
    sarà per aver quindici anni in meno o avere tutto per possibilità...

    Perchè a vent' anni è tutto ancora intero, perchè a vent' anni è tutto chi lo sa,
    a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell' età,
    oppure allora si era solo noi non c' entra o meno quella gioventù:
    di discussioni, caroselli, eroi quel ch'è rimasto dimmelo un po' tu...

    E questa domenica in Settembre se ne sta lentamente per finire
    come le tante via, distrattamente, a cercare di fare o di capire.
    Forse lo stan pensando anche gli amici, gli andati, i rassegnati, i soddisfatti,
    giocando a dire che si era più felici, pensando a chi s' è perso o no a quei party...

    Ed io che ho sempre un eskimo addosso uguale a quello che ricorderai,
    io, come sempre, faccio quel che posso, domani poi ci penserò se mai
    ed io ti canterò questa canzone uguale a tante che già ti cantai:
    ignorala come hai ignorato le altre e poi saran le ultime oramai...
    lenore said...
    apprezzo infinitamente il bellissimo regalo, frutto di rinvenimento poetico e filologico, del nostro caro amico!
    sai che non la ricordavo tutta ed è tantissimo tempo che non l'ascolto!
    mi chiedo ora, cioè proprio nell'anno 2005, se vi sia chi è ancora in grado di dire: "Ed io che ho sempre un eskimo addosso uguale a quello che ricorderai", con tutto il portato emotivo e perchè no, ideologico, che quest'affermazione significava quando io ero un pò più piccol* e ai party non si ascoltava techno bensì con la chitarra si cantavano le canzoni?! (sempre l'ansia per i 30 anni in agguato!)
    Anonym said...
    ringrazio anche io caro amico. L'incipit di "Eskimo" è sempre un colpo al cuore. Adesso me la suono a tutto volume, nella versione della mia prima cassettina di Guccini, datata aprile 1986... Non so se la vena malinconico-nostalgica di questa canzone sia quella giusta per aprire questo week-end, ma perché no.....
    franz said...
    divagazione: non c'entra nulla con questo post, ma ho saputo da fonte certa che un altro motivo per cui il conc di morgan dell'altra sera è cominciato con 2 ore di ritardo è stato l'assenza in camerino di un phon, cosa che ha fatto diventare M. isterico.... Mi sembra anche questo un motivo plausibile, visto che fra i vari epiteti ingiuriosi che il pubblico ha urlato all'inzio del concerto ho sentito anche "Morgan, tagliati i capelli". In quel momento mi è sembrato strano, ma ora makes a lot of sense.
    Anonym said...
    caro amico ti ringrazio per aver colmato questa mia grave lacuna.
    provvedo immediatamente a scaricarla...cantata avra' un tono decisamente diverso!
    Anonym said...
    tesoro, ti avevo messo le pallette nel negroni
    Anonym said...
    ah...io ho sempre detto broxismo...nuova parola benvenuta nel mio caos ordinato!
    _effe_ said...
    e comunque sento@3 è una bomba!!!!
    parassiti labici sentitamente apprezzano e ringraziano artista e curatrice.
    _effe_ said...
    @ cotone: SCHERZI A PARTE l'eskimo non si tiene MAI nell'armadio. lo si sfoggia come una seconda pelle o lo si evoca tramite riti pagani come guccinismi o rimembranze varie.
    _effe_ said...
    ehm, mi ha preso la commentite... aiut! fermat! bast!
    _effe_ said...
    vabbè, sono irrefrenabile e posto che fra 5 minuti esco e di conseguenza smetto vi lascio una chicca aggiuntiva:
    una mia cara amica dei 15 anni che non vedo e non sento dal '98 (quindi non so se si sia negli anni redenta) era convinta che una famosa canzone di guccini ad un certo punto recitasse così:
    "siamo qualcosa che non resta frasi vuote nella testa e un cuore di single ripieno"
    io ci rido ancora da sola.
    franz said...
    il lessico privato è un limite agli accessi, non c'è dubbio. Del resto, ogni comunità virtuale, e anche un blog lo è, definisce i propri confini in base agli/alle utenti conness* e comunicanti.
    Molti blog, in ogni caso, basta farsi un giro online, soprattutto quelli tipo journal intime, sono un'esperienza "privata" di un gruppo di persone che utilizzano la rete come canale di comunicazione interna (più rapido, l'abbiamo visto in questo blog) e non tanto come forma di comunicazione pubblica. Al limite aperta ad amic*, conoscenti, parent*, etc. etc. Io per prima ho avuto la sensazione di dimenticare la dimensione pubblica di ciò si scrive su un blog. Altrimenti, perché scrivere di sgabelli e shopping: è evidente che non sono tematiche che interessano tutt* gli/le internaut* bloggarol*. Insomma, una comunità virtuale finisce per dimenticare i "quasi-enunciatari", cioé quegli/lle utenti che non sono destinatari scelti delle nostre parole, ma che comunque ci leggono.
    C'è da dire, però, che questo accade in particolar modo nei commenti, e non nei post. E' come se l'ulteriore livello nascosto (un altro click da fare) producesse uno spazio virtuale quasi privato, intimo e addomesticato.
    Anonym said...
    ... ma se avessi previsto tutto questo......
    franz said...
    complimenti a roberto (anzi, al Ratti ; ) ) per sento@3. Bella mostra e bella operazione di trasformazione delle immagini, alcune davvero sorprendenti.
    lenore said...
    si, franz, sono d'accordo con l'idea del sottolivello: dal post al comment, il clic che suggerisce una sorta di privacy, dallo spazio pubblico e subito evidente del post, alla finestra bianca, quasi stanza privata che si apre alla sinistra.
    ma allora, stanza privata, che fate più tardi?
    noi ci aggiriamo per la città pigramente fino a sera
    franz said...
    ti tel + tard

    (uso assolutamente improprio di una risorsa comune: stiamo violando forse una regola della eco-netiquette?)
    Anonym said...
    @single ripiena:
    ...forse farei lo stesso...

    mi comunica _effe_ che anche lei si farà sentire più tardi tramite tel ed è davvero molto in forma!
    siamo un pò recidivi
    Anonym said...
    ...mi piace far canzoni e bere vino.....
    lenore said...
    chi è sta esordiente promettente?
    Anonym said...
    lenore ancora non hai imparato a cliccare sopra i nomi sopra i commenti sotto lintestazione della finestra al centro della quale leggi?
    lenore said...
    clic...ma dai!
    si sono ancora inesperta con blogspot.

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