Sono quasi certo che l’abbia fatto per darmi piacere. La Nothomb è tornata in Giappone, che meraviglia. Dalla “Metafisica dei tubi”, passando per il capolavoro di comicità e denuncia che è “Stupore e tremori” si arriva qui “Né di Eva né di Adamo”. È l’altra faccia della medaglia del periodo adulto che la scrittrice ha passato in Giappone, quello più privato intimo e gioioso. Viene narrata infatti la storia d’amore con un ragazzo giapponese, storia vissuta con tutti i limiti che una differenza linguistico/culturale così marcata come oriente e occidente inevitabilmente possiede. Limiti che, oltre a piccole incomprensioni e divertenti gaf, possono anche portare a canalizzare i sentimenti rendendoli più leggeri, volatili ed eleganti. Forse è il libro meno cinico della Nothomb, è fragile e bello come un complicato origami, vivamente consigliato a chi pensa che i drammi d’amore e le litigate abbiano abbondantemente passato la data di scadenza e che la leggerezza sia un obiettivo e non un inizio. A chi non riesce più ad appassionarsi alla poltiglia insipida che negli ultimi anni la Yoshimoto propina. E soprattutto a chi, a ragione, crede che la Nothomb quando ambienta i suoi romanzi in Giappone dia il meglio di sè.
Amèlie Nothomb “Né di Eva né di Adamo”
Ed. Voland
Amèlie Nothomb “Né di Eva né di Adamo”
Ed. Voland
Etichette: Letterature
5 Comments:
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ma lo sai che lei alla trasmissione della dandini seduta sul divano rosso ha dato prova di essere fuori come un cammello??
dev'essere veramente da leggere!
non so,anche perché l'immagine è così piccina piccina che io non distinguo quasi i tratti del volto